Le architetture razionaliste del ventennio tranne nelle città di fondazione fascista, hanno sostituito palazzi e interi quartieri di epoche precedenti. Purtroppo ciò è avvenuto in tutte le città italiane, in un regime che aveva la fissa dell’impero romano. Il fascismo ha contribuito con la scellerata seconda guerra mondiale a deteriorare il patrimonio artistico italiano che era ancor più vasto di quello attuale. Ora alcune città come Milano, Livorno, Pescara, Rimini, Messina ecc. ma pure altre hanno perso il loro patrimonio artistico che il fascismo ha contribuito a distruggere. Bisogna essere antifascisti senz’altro dopo le violenze di un regime dittatoriale che ha soppresso tutti i diritti e che ci ha portati in una guerra inutile. Ora l’Unione Europea sta pensando di rivedere le cosiddette architetture dissonanti ossia quelle razionaliste del ventennio cui per creare lavoro si può pensare di demolirle tranne nelle città di fondazione fascista per ricostruire cosa c’era prima degli sventramenti perpetrati dal regime (interi quartieri medievali ad esempio). Ma anche nel dopoguerra le amministrazioni comunali demolirono beni culturali rimasti quindi se l’Unione Europea vuole concedere fondi per ricostruire il patrimonio artistico e culturale perduto ben venga.