In Italia si ricordano spesso la dittatura fascista e il dramma della seconda guerra mondiale. Giusto ricordare affinchè non vi sia mai più il ritorno di un regime nefasto, il ventennio del terrore. Ma la nostra nazione è giovane e si era costituita con idee liberali e risorgimentali cui il fascismo ha posto fine. Poi il comunismo dato dalla resistenza e nella prima fase della nazione repubblicana ha segnato in contrapposizione ai nostalgici del fascismo la vita politica dell’Italia. Ora abbiamo un governo incardinato in un assetto democratico che cerca passo dopo passo di scardinare i valori democratici con la repressione: nuovo codice della strada, castrazione chimica, reato di femminicidio e dl sicurezza che mirano a indebolire i valori democratici e di libertà su cui la nostra repubblica si fonda. Ciò perchè la destra mantiene rigurgiti di nostalgie fasciste che cercano di nobilitare quel periodo, dunque dimentica una destra liberale e risorgimentale così come la sinistra ancorata ad estremismi che fanno male all’opinione politica e pubblica italiana. L’Italia deve ritrovare una visione incardinata sui valori di eguaglianza, libertà e fratellanza che s’incardina su valori liberali e risorgimentali che hanno fatto l’unità italiana. In questo s’inserisce anche l’irredentismo limitato però alla sola Istria giacchè ormai a Fiume e in Dalmazia di italiani ve ne sono pochi così come nei territori francesi di Nizza e Corsica. L’Italia liberale affrontò i problemi di un paese arretrato con un alto tasso di analfabetismo e con il problema della criminalità organizzata sopratutto al Sud. I vari governi che si sono succeduti intrapresero politiche di repressione del fenomeno criminale correlate a una riscoperta dell’identità nazionale tanto cara ai padri della letteratura. Dunque un paese che inserito in un contesto ottocentesco tentò colonizzazioni in Africa con fallimenti molteplici, ma grazie a iniziative commerciali quali basi s’inserì nel complesso contesto africano. Ora la storia come diceva Gianbattista Vico torna a ripetersi con il continente nero che in preda a potenze deve essere sia sostenuto nel suo sviluppo che protetto da nazioni più ricche con investimenti e protettorati. E dunque l’Italia si fa portavoce di questa nuova era per l’Africa dove deve investire in basi commerciali affinchè non possa essere rimpiazzata sia lei che l’Europa da dittature quali Russia, Cina e Turchia.