La carta di Gubbio del 1960 fu una svolta a dispetto degli sventramenti e delle demolizioni attuate per fini speculativi dall’epoca fascista al secondo dopoguerra. Difatti si pose un freno al depaurimento dei beni culturali nei centri storici i quali devono essere tutelati nella loro interezza e non solo singoli monumenti. Gli sventramenti iniziarono in epoca fascista dato che per Mussolini i monumenti dovevano giganteggiare nella loro solitudine: interi quartieri ed edifici di rilevanza storica artistica furono demoliti in tutte le città italiane, successivamente la guerra voluta dallo stesso dittatore ha portato alla distruzione e le demolizioni nel dopoguerra hanno fatto il resto. Si chiede di rispettare la carta di Gubbio in tutti i comuni italiani e che venga recuperato dunque ricostruito ciò che venne perduto nel corso del’900 dallo sventurato fascismo in poi. Chiaramente in certe città come Roma già piene di bellezza è difficile ricostruire dagli sventramenti fascisti, ma altre città meritano una ricostruzione filologica per rinascere.