In Italia ci sono grandi città che in quanto a bellezza e culturalmente non si sono ancora risollevate dalla Seconda Guerra Mondiale. Ingenti distruzioni portarono demolizioni nei centri storici con ricostruzioni di dubbia qualità. E’ il caso di città come Milano, Rimini, Livorno, La Spezia, Messina (già lacerata dal terremoto del 1908). Questi luoghi persero il loro patrimonio artistico, gli ingenti beni culturali di cui disponevano oltre ad altri luoghi. Ma si auspica possa essere ricostruito il loro patrimonio per migliorare la qualità della vita restituendo dignità a centri storici lacerati. Ad esempio Milano si è reinventata con la finanza, la moda e il design, ma sta perdendo appeal dato che ci si rende conto che altre città son ben più belle architettonicamente seppur nella città lombarda la bellezza va scoperta. Difatti presenta ancora numerosi siti culturali che però non si vedono per cui appare più brutta e grigia. Si parla di riaprire i navigli, interrati in epoca fascista, che renderebbero non solo più affascinante Milano, ma le permetterebbero di tornare ad avere vie d’acqua navigabili alcune delle quali ideate dal celeberrimo Leonardo Da Vinci di cui la città conserva tracce del suo estro creativo. Per quanto riguarda Rimini, si può dire che si diede il taglio con il resto della riviera romagnola di città vacanziera adatta al divertimento di massa, ma le abitudini stanno cambiando. Meno discoteche, ma altri luoghi di ritrovo aggregano i giovani e alla città romagnola pesantemente mutilata restano pochi beni culturali. Si parla di ricostruirne qualcuno, ma ce ne sarebbero molti: palazzo lettimi, ex convento di san francesco, palazzo parcitadi, edificio malatestiano del cimiero ex residenza di Roberto Malatesta ecc. Oltre al simbolo della Rimini balneare a cavallo tra 800 e 900, il Kursaal, Rimini se vuole risollevarsi deve ricostruire i beni culturali del suo centro storico orribilmente demoliti nel dopoguerra e già danneggiati dal conflitto. Livorno invece era la principale città dei Medici sul mare e luogo di notevole bellezza barbaramente distrutta da bombardieri alleati e dai piani urbanistici del dopoguerra. Celebre purtroppo è il nobile interrompimento in Piazza Grande dove vi è il duomo che senza criterio stilistico spezza la piazza contornata già da edifici dubbi. Palazzi sciagurati sorsero nel resto del centro storico, nel quartiere di Venezia nuova e in altre zone della città. E così un’altra tra le città più belle d’Italia, è diventata una delle più brutte. Che dire di La Spezia base della marina militare e colpita più volte da aerei alleati e rimangono solo macerie fumanti, ma la più martoriata di tutte è Messina: più volte distrutta dai terremoti che si sono susseguiti nel corso della storia, ma soprattutto non venne ricostruita dopo l’ultimo sisma che la sconvolse. Rimasero baracche che si sta cercando di togliere per restituire alla cittadinanza messinese dignità, ma meritano i messinesi, con i soldi del ponte sullo stretto che non faranno giacchè presenta criticità geologiche il territorio, la ricostruzione dell’ingente patrimonio artistico e dunque degli innumerovoli beni culturali di cui godeva la città. Forse la politica aspetta un altro terremoto, ma chi garantisce che Messina torni ad essere la città d’arte che prima del terremoto del 1908 con Reggio Calabria incantava i visitatori di tutta Europa?