INGIUSTIZIA
Guardo la sera come cantilena
Desolata che infiora gli attimi
Di dolore, ora la città si perde
Nel vagare dei giorni lenti e lunghi
Che guardano all’alto adriatico
Come rimorso terribile,
Patria mia! Dove ridi di gioia
Quando la più acre sventura
Ti ha avvolto?
Persa nei simulacri delle stagioni,
Immemore di perduti racconti
Tra cinerei picchi ove le calme acque
Dei laghi invitano i bicchi,
Così si perde nella fiumana di foglie
Interminabile come morta speranza
Che empie gli occhi di lagrime
Per il dolore Istriano ora sento
Dalle foibe urlare il martirio
Degli slavi indiavolati così senza giustizia
Il diavolo croato ha rapito le coscienze
Grazie ai folli d’albione
Che sogghignano di cotanto sadismo,
Ora teneri prati calpestati da inermi
Lottatori in una colomba di sangue
Guardano al triste destino
Che ha affranto i poeti del risorgimento
Così bisbigliamo giustizia ai fiori
Di loto delle piane del Tagliamento