Guardo la dolce madre
In lacrime come suon d’obolo triste,
La città canta il mio dolore
Con un ramo d’ulivo,
Così il mio cuore bisbiglia
Parole ardenti al vagheggiar della cometa
Che sussurra parole di ritorno
Nel Cupo destino ch’affligge la mia vita
Costernata da sorti infelici
Ora foglie crollano come esseri mortali
Sul fiume della conoscenza
Che si disperde nel lume dell’infelicità,
Modena bisbiglia parole d’affetto
Dure e pungenti che lamentano
La mia vita grama e solitaria
Redimersi nel suon della capinera
Che mi saluta al lamento del dolore