Al termine della Prima Guerra Mondiale l’Italia era tra le potenze vincitrici con Francia, Stati Uniti e Regno Unito. Al tavolo delle trattative a Versailles il Trentino-Alto Adige venne assegnato all’Italia mentre si discusse sul confine orientale italiano. Sulla base del principio di nazionalità la Venezia Giulia entro i confini marcati dalla linea rossa spettava all’Italia mentre Fiume, le isole del Quarnaro e la Dalmazia sarebbero spettate alla Jugoslavia. Giustamente sulla base del principio di nazionalità la Dalmazia doveva essere slava mentre si discusse sulla situazione di Fiume che era a maggioranza italiana ma per risolvere la situazione Wilson propose saggiamente uno Stato libero di Fiume e nuovi confini modificati della sua linea viola ancor più favorevoli all’Italia. Egoisticamente i politici dell’epoca italiani rifiutarono tutte le proposte e fecero un grave errore che paghiamo ancora caro. Pretendendo l’annessione di Fiume e della Dalmazia nacque il mito della vittoria mutilata e ci fu la successiva presa al potere del fascismo. Difatti il fascismo prese spunto da D’Annunzio per la sua impresa di Fiume compiendo la marcia su Roma nel 1922. Se avessimo accettato le proposte del presidente Wilson non solo non avremmo avuto la dittatura, ma avremmo tenuto un confine orientale basato sul principio di nazionalità, ci saremmo risparmiati la seconda guerra mondiale inutile e deleteria. Un mio sogno sarebbe che si riavvolgesse il nastro e si tornasse al 1919 con la nuova linea Wilson e la ricostruzione dal fascismo e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale delle nostre città. Ciò purtroppo è un sogno utopico dato che abbiamo perso l’Istria e forse rischiamo di perdere pure Trieste che diventerebbe Stato libero invece di Fiume come previsto nel 1919 (dei geni Orlando e Sonnino proprio a non aver accettato).