CANTO DI UN SOLO UOMO
Guardo sul fiorir della notte
Dilungata sul vento che stormisce
Flebile come eterei sentimenti
Che rifuggono la beltà mia
Che si cela dietro nembi occlusi,
Suoni tinti dalla brama di conoscenza
Guardano all’amore tardo come le indifferenti chiome che s’allontanano
Dal cuor mio,
Lento perdurare di note attornia
Il vagare del fioco sole che s’addormenta
Nel biondo universo,
Così le stelle salgono nella dimora del creatore. come anime rattristare dal fior del male che sul giaciglio del suo confin
Piange nel Cupo cantore del cielo,
Ora teneri prati erbosi si tingono
Di versi perduti nella sera silenziosa
Come la città della quiete ove il mortale desio si perde nell’oscurità.
Bene or teneri dischiusi lampi
Si attingono nel Cupo ciel che guarda ai deserti campi
Ove vago sul cammino mi porta al borgo del vino onde consumare il mortale sacrilegio della vita trascorsa nel messere della cupidigia immersa nella plumbea vittoria
Che si dimena affranta dal mal della solitudine ove si scioglie il dolor della gioventù;
Ardivi tenera luna le tue parole
Come sospiri che si alzano dal mare
Che ode il mio vociar d’affanno
Ove schiudere la divina quiete
Nell’indifferenza che narra le parole del dolore immerse nel murmure delle onde
Cantano l’amore per le bionde
Il cui cuor alla mia vista si nasconde
O spirito guerrier dov’è il dono della virtute
Che ama le giovani pasciute?
Così amabili fanciulle cogliete
Le mie parole e il mio dolor
Onde sospiro biasimi di triste
Avvinta delusa speme
Come suon di musica
Che tingono la sera,
Sola vita m’ami come solinga
Quiete e tenera morte!