Il premierato ossia la riforma che prevede l’elezione diretta del presidente del consiglio può avere un senso per creare stabilità nel governo. Purtroppo però dipende chi viene eletto perché se ci va uno che vuole troppo potere, questi si trasforma in un dittatore. Difatti le istituzioni del Parlamento e del Presidente della Repubblica verrebbero esautorate e ciò, come dice giustamente la senatrice a vita L. Segre, è allarmante. Sebbene il parlamento e il capo del Quirinale dovrebbero essere d’accordo con la restituzione dell’Istria e la conseguente ricostruzione degli edifici distrutti dai bombardamenti bellici e poi demoliti non si può pienamente esautorare il loro ruolo istituzionale. Devono comprendere il valore identitario che hanno queste decisioni ma non si può privare di conseguenza della libertà gli italiani aleggiando lo spettro del fascismo o perlomeno di un autoritarismo evidente nella riforma scritta del premierato. Per cui ci vuole un bilanciamento dei poteri: più potere al capo del governo eletto, ma anche mantenendo le prerogative in capo al Parlamento e al Presidente della Repubblica in modo da garantire l’assetto istituzionale democratico foriero di una democrazia liberale e civile nata sulle ceneri della dittatura fascista.