Le città perdute

Le città italiane perse oltre alle già citate Zara e Fiume quale giusta compensazione per i crimini fascisti ai danni degli slavi, sono Rodi e Pola. Se di Rodi possiamo anche qui dire che fu sotto dominio italiano dal 1912 al 1947, purtroppo situata molto distante dalla penisola, mi sembra giusto averla ceduta alla Grecia per la scellerata invasione fascista. Per quanto riguarda invece Pola le opinioni possono essere discordanti: a maggioranza italofona, la città istriana ha risentito fin dall’antichità della latinità e si annovera gli istriani come appartenenti all’Italia così i triestini e i friuliani. Purtroppo però i confini sono tali per cui sarebbe da superare l’impasse slovena con cui si chiede di cedere parte del suo territorio con accordi diplomatici, senza sfociare in una guerra con la Slovenia, affinchè Gorizia e Trieste possano svilupparsi ed avere il loro sbocco naturale a Sud e ad Est. Per il momento sarebbe arduo rivedere i confini anche con la Croazia, dato che si rischierebbe una guerra per una penisola, quella istriana, dove esistono delle tutele per la minoranza italiana in seno alla Croazia. L’Italia non è ancora politicamente abbastanza forte per revisionare i confini con due paesi, ne basta uno. Sicuramente la Slovenia, partendo da una base che sia la Linea Wilson o la la linea Morgan per giungere al massimo alla proposta americana del 1947 deve cedere parte del suo territorio con accordi diplomatici. Si può chiedere agli Usa, al Regno Unito e ad Israele finanche l’Unione Europea seppure quest’ultima possa avere opinioni contrastanti a causa del fatto che la Slovenia perderebbe lo sbocco sul mare, ma il porto di Capodistria resterebbe sotto sovranità slovena con diversi miliardi e altri accordi a favore del paese balcanico il loro parere su tale proposta.

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