Ricostruire Zara e Fiume

Le città croate di Zara e Fiume che hanno legami con l’Italia furono devastate dai bombardamenti. La Croazia punta la sua economia sul turismo e se volesse rilanciare Fiume e Zara potrebbe chiedere fondi all’Italia per ricostruire le due città com’erano prima dei bombardamenti bellici. Potrebbe anche chiedere fondi per il risarcimento dei crimini fascisti in Dalmazia e a Fiume, ma deve restituire la regione Istriana all’Italia. Il nostro paese ha conquistato meritatamente Pola che ci fu promessa dagli alleati dopo i due conflitti bellici, ma dopo il primo fu l’Italia a pretendere troppo, dopo il secondo nonostante abbia combattuto a fianco degli alleati, fu tradita per favorire la dittatura jugoslava e i criminali comunisti slavi. Se da una parte i fascisti commisero crimini, d’altra parte pure gli slavi ne commisero. Per cui è giusto che la Dalmazia e la regione del Quarnaro facciano parte della Croazia per motivi logistici, ma sarebbe giusto che la regione Istriana faccia parte dell’Italia per i suddetti motivi. Gli istriani sono italiani che vivono oltreconfine per cui una redenzione dell’Istria è necessaria: avere il porto di Pola permetterebbe di tornare ad avere per Venezia un collegamento verso l’altra sponda dell’Adriatico e per Trieste il naturale sbocco a Sud dove collegare efficacemente le città istriane a quella giuliana con treni diretti anche frecciarossa che arrivino fino a Pola e permettere agli esuli e i loro discendenti di ritrovare la loro casa. Per far questo si chiede di conseguenza di rivedere i confini con la Slovenia e costringerla a cedere parte del suo territorio per collegare di nuovo l’Istria all’Italia senza passaggi di confine. Vanno ridisegnati i confini sloveni in cambio di un risarcimento per i crimini fascisti e con il porto di Capodistria che rimanga sloveno. La Slovenia perderebbe lo sbocco sul mare, ma all’epoca della dissoluzione jugoslava fu un errore tutto italiano non aver chiesto una revisione del trattato di Osimo del 1975 e del Trattato di pace del 1947. Bisogna assolutamente rimediare.

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