Racconto inedito-Non apprezzato

NON APPREZZATO

Guardo la città che si dipana lungo viali eleganti come il sogno avvolto nel rancore ora sciolto. Vago a Modena libero come un uccello fuori dalla gabbia, la nenia del mio fiato attraversa la limpida via che porta al duomo, biancore di luna, che ammira le bici ronzare come fanciulli nel cortile della scuola. Camilla passeggia rapida dove il suo cuore trama con false promesse nei confronti di fanciulli inermi; ella guarda il timido sole avvolgere la città a lei delusa, vicina quanto lontana dal suo paese che si anima ricco d’interessanti negozi che attirano i desideri di ogni donna. Intanto l’università saluta le giovani fanciulle cui aspiro, ma le fantasie sono deluse: qual cagione è asservita se non si è sicuri di sè stessi? Dunque, vago per i parchi che odono i miei passi e giovani laureate li attraversano con i loro compagni siano animali o no, la città cheta come l’alba dei dí monotoni in una città spenta dove la mia voce aspira a maggior impegno nell’arte, ma l’attesa è illusa. Ancora una volta, come Camilla, Modena non corrisponde alle mie aspettative. Le auto fan da padroni nella mia città che come un circuito museale le mostre tutto l’anno: Ferrari, Stanguellini, Maserati, Dallara e vicino Lamborghini, Pagani. Tutti marchi automobilistici che han fatto la storia e che rendono la mia città capitale dei motori. Ma l’arte dov’ è? La pittura che ha caratterizzato l’epoca Estense ove Modena era la ricca capitale di un ducato rappresentata da architetture sublimi è perlopiù nascosta nei depositi. Un vero peccato dato che Camilla è fuggita. A nulla sono valse le mie poesie, le parole intrise di garbo giacché ella gioca con i miei versi. Ella guarda sui social le mie avventure colme d’arte, ma nulla pare scalfire il suo amore per un altro che non avrà certamente il dono poetico quale il mio. Ma se non si può parlare d’amore con lei neanche di reale amicizia pare. Perché le attese sconsolate infrangono il mio cuore caparbio, ma ravveduto da Silvia, giovane allenatrice cui i suoi occhi e la sua chioma tramutano i miei rancori in affetto gioioso. A differenza dell’altra, Silvia ha ardito conoscermi nella più sincera realtà, una sicura amica. La vedo conoscermi sempre più e devo dire ho atteso il suo ritorno a casa più d’ogni altra giovane. C’è un filo rassicurante che la lega a me, nessuno e nulla potranno scalfire la sua amicizia anche perché l’oblio è perso nei meandri del passato. Vedo Silvia per fortuna piuttosto spesso ed accompagnerà la mia esistenza giacché mantenermi in attività serve per la mia salute e non potrei mai realmente abbandonarla. Lei purtroppo ha dei gusti differenti dai miei, ma va bene lo stesso. È una vera e sincera amica. Piazza grande si riempiva al mattino e i locali aperti invitano persone, fanciulle sparute si scorgono di sbieco, accendono il mio cuore ma non turbano la mia esistenza giacché sono lontane dal volermi realmente vedere. Intanto getto versi che raffigurano i sentimenti del momento, una poesia dopo l’altra tingono la mia carriera di poeta, guardo a secoli passati per le mie parole. Ora ascolto musica donata da mio padre, sfortunato uomo che giace in un pietoso stato. Arricchisco il mio intelletto di suoni raffinati e ogni tanto suono il pianoforte che i miei genitori vollero acquistarmi affinché imparassi. Un desiderio nobile, un’impresa ardua riuscita a tratti e con irte difficoltà. Comunque la mia storia continua con nuove poesie e storie pronte da raccontare..

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