Nizza, 1871
Il mare placido accarezza la spiaggia ove i ciottoli l’adornano. La città è piena di soldati della gendarme che setaccia ogni via e piazza, cercano i ribelli. Giuseppe intanto fomenta le masse con il ricordo della sua gloriosa conquista che portò all’unificazione italiana: Nizza sacrificata per la patria guarda il cuore italico oppresso dal giogo francese che lambisce i suoi cittadini. La promenade des anglais pullula d’inglesi che si recano per soggiornare assieme a numerosi pittori e scrittori i quali dipingono la costa azzurra con maestria e pongono le basi per uno dei luoghi di villeggiatura della Francia più amati. Il centro tipicamente ligure con i suoi carruggi vede bandiere del regno d’Italia sventolare continuamente: grida si odono per la città che proclama nullo il trattato di Torino e guarda all’Italia, i militari francesi accorrono per fare prigionieri i manifestanti, colonne di fumo, fuochi accesi ed urla di battaglia fermentano la città. La vicina Italia attende le rimostranze nizzarde, ma ha il timore di un intervento massiccio francese. Difatti, eccoli i guerrieri di Parigi accorrere in difesa della sovranità, come selvaggi lupi entrano nella città e pestano a sangue i nizzardi, l’imprigionano e taluni li gettano in mare dove moriranno annegati. La guerra è in atto, Giuseppe scriverà l’indomani della rivolta di Nizza, di resistere all’oppressione francese, ma nulla può di fronte alla loro potenza. Tutto viene soffocato e Giuseppe si rammarica di cotanto ardore oppresso, la Francia ha vinto ancora una volta!