Guardo la Modena pacata
al calar della notte ove il duomo
si stagliava candido illuminato
fiocamente, il corso udiva la mia voce
triste come il suono delle campane;
il mio volto sconsolato abbaglia
il cuore deluso come una spina
conficcattasi che langue sul mio dolore,
Modena contrista le mie lacrime
d’amore mancato come anima
che attraversa il fiume del tempo,
lenta ma inesorabile verso una morte
che ricorda i miei successi all’alba
del nuovo corso che perdura nella fiamma
dell’amore