C’è una regione croata, la Dalmazia, il cui retaggio storico culturale è sempre stato misto tra il mondo latino e quello slavo. Ha prevalso il secondo, specie nella composizione etnica dei suoi abitanti, ma l’architettura delle città sulla costa risente l’influenza latina dunque romana e veneziana. Difatti, Zara (Zadar), Sebenico (Sibenik), Spalato (Split), Ragusa (Dubrovnik) sono splendide città sulla costa che hanno risentito dell’influenza veneziana. Esse possono essere confrontate a città italiane sul mare? Certamente. L’Italia sulla costa Adriatica oltre alla splendida Venezia ha luoghi come Chioggia, Fano, Senigallia,Ancona, Trani, Bari, Monopoli e altri luoghi sul mare da far dimenticare l’irredentismo dalmata. Difatti, queste città non hanno nulla di meno come architettura e cultura alle città della Dalmazia e alcune possono essere impreziosite dello stile gotico veneziane tanto da far seppellire i sentimenti nazionalisti verso la Dalmazia. Ricordando che l’Italia può riprendere i canoni architettonici del passato per rendere ancora più belle le città, si può affermare che il nazionalismo verso una terra scomoda da difendere e scarsa di risorse come la Dalmazia sia deleterio. Per ricordare che fu proprio questa regione il pomo della discordia tra le potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale e l’Italia e ciò portò alla salita al potere del fascismo. Ora, considerato che l’Europa è unita, dobbiamo come fratelli guardare al nostro vicino in ricordo dell’esodo e delle vittime della guerra cercando un compromesso per l’Istria. La penisola istriana a differenza della Dalmazia, è sempre stata a maggioranza latina ed italiana piuttosto che slava ed è stato un errore grave averla ceduta alla Croazia.