Al termine della Prima Guerra Mondiale l’Italia sedette tra le potenze vincitrici che comprendevano Usa, Francia e Gran Bretagna. Furono imposte sanzioni all’Austria e alla Germania, paesi sconfitti che videro perdere territori e le colonie. Il presidente americano Wilson stabilì il principio di nazionalità dei popoli con cui l’Italia ottenne il Trentino-Alto Adige e la Venezia Giulia inclusa l’Istria, ma non Fiume e la Dalmazia come stabilito dal Patto di Londra. È proprio su questi ultimi territori che i diplomatici italiani dell’epoca furono intransigenti ed abbandonarono il tavolo delle trattative di pace. Fu un grave errore dato che l’Italia non solo non ottenne parte delle colonie tedesche, ma nemmeno Fiume e la Dalmazia e portò gli interventisti guidati da G.D’Annunzio a parlare di vittoria mutilata dato che con 600 mila morti e 1 milione di mutilati si sarebbe dovuto ottenere Fiume e la Dalmazia. Inoltre ci fu il Trattato di Rapallo del 1920 che assegnò la Venezia Giulia all’Italia inclusa l’istria e la città dalmata di Zara, ma il danno era fatto: i fasci di combattimento guidati da Mussolini presero spunto dall’impresa su Fiume seminando terrore e da lì a poco nel 1922 il fascismo prese il potere.