Il diritto d’asilo

Il diritto d’asilo funge da protezione a chi è vittima da persecuzioni di stampo politico, religioso o guerre. Esso s’impernia in un istituto che è corollario di un bisogno di cura affidato a un altro Stato rispetto a quello di origine. Un tempo veniva concesso dal sovrano perlopiù per motivi religiosi e tramutò in un motivo squisitamente politico dalla Rivoluzione francese in poi laddove gli ideali contenuti nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789 erano venuti meno. Successivamente peró all’indomani del primo conflitto mondiale ci fu l’avvento dei totalitarismi e vi fu la negazione del diritto d’asilo divenuto fragile. Una filosofa ebrea Hannah Arendt a questo proposito tratteggia la fragilità dei sistemi giuridici del primo dopoguerra come la negazione dell’unico diritto che fosse stato presente nel campo dei diritti umani ed è da ciò che nasce il desiderio di avere diritti. Inoltre nel caso del popolo ebraico, ma anche quello curdo e armeno oppure istriano, l’appartenenza a un gruppo umano sovrasta il concetto di umanità sui diritti fondamentali laddove la soppressione di questo spazio di protezione offerta dall’asilo per gli individui che avevano perso tutte le altre qualità e relazioni specifiche tranne la qualità umana costituisce la disvelata forma di crimine contro l’umanità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *