Una nazione bella ma pericolosa

C’è una nazione in Europa che fa parte della NATO ma non è nell’UE: la Turchia. Questo Stato, guidato dal presidente Erdogan, ha vissuto periodi di occidentalizzazione dalla vittoria di Atatürk contro i greci nel 1922 e la successiva indipendenza dal dominio straniero. Infatti dopo la sconfitta della prima guerra mondiale e il genocidio degli armeni, l’impero ottomano si dissolse e le potenze vincitrici della prima guerra mondiale quali Regno Unito, Francia ed Italia stabilirono zone d’influenza in Anatolia con l’appoggio greco. La Grecia ambiva alla conquista di Costantinopoli (Istanbul) e Smirne dove vivevano ancora molti greci, l’Italia alla zona di Adalia, la Francia alla Cilicia. Il trattato di sevrès che stabilì le zone d’influenza straniere, definì uno stato armeno e uno curdo nell’odierna Turchia orientale. Dopo questa divisione dell’Anatolia, i nazionalisti turchi guidati da Atatürk sconfissero gli stranieri e la Turchia ottenne l’indipendenza. Da qui si sono susseguiti vari governi laici e democratici e di stampo dittatoriale e musulmani. Attualmente, la Turchia è un paese radicalizzato dove il dittatore Erdogan opprime ogni forma di dissenso, incarcera intellettuali, poeti e giornalisti per cui data l’enorme bellezza paesaggistica e culturale della Turchia sono consigliabili viaggi organizzati, mai da soli. Inoltre le spese faraoniche di Erdogan quali quelle per il suo palazzo presidenziale sono degne di un dittatore chiamato giustamente da Draghi come tale. Numerose sono le bellezze della Turchia che mia madre visitò a differenza mia: la splendida Istanbul, Smirne, la costa egea, Troia ecc. La Turchia però è un regime che perseguita i curdi e si è insediata in Libia dunque è contro gli interessi nazionali italiani ed è un paese ostile geopoliticamente come la Russia. Ma è strategica dato il passaggio sul territorio di un gasdotto dall’Azerbaigian e lo stretto del Bosforo dove passano le navi con carico di grano dell’Ucraina oltre al fatto che numerose aziende italiane investono in Turchia e gli scambi commerciali sono di miliardi di euro.

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