L’amor di patria

Oggi 2 giugno è la festa della Repubblica italiana. Nata per volontà popolare dopo un referendum nel 1946 nel quale bisognava scegliere tra monarchia o Repubblica, si scelse quest’ultima. Ma l’Italia dopo i soprusi del fascismo e la terribile guerra mondiale non dimentica i valori e il coraggio dei suoi combattenti, la lotta per la libertà e la giustizia dopo il ventennio dittatoriale. Una nazione che ha sacrificato le volontà irredentistiche e nazionaliste, l’attaccamento alla Patria in favore di un esterofilia assurda a favore di paesi stranieri come la Russia o il Regno Unito. E proprio la lingua italiana è stata storpiata da anglicismi a differenza di quello che accade in Francia dove il francese prevale oltre che l’amor di patria del popolo francese. L’Italia ha bisogno di un nuovo fervore patriottico che possa dar vita a nuove consapevolezza della nostra realtà nazionale: abbiamo la miglior cucina al mondo e siamo il paese con più varietà e siti Unesco al mondo dunque dobbiamo sentirci fieri della nostra identità. Ma se dobbiamo stare attenti a derive autoritarie sempre all’angolo, non dobbiamo dimenticare le nostre tradizioni e origini cercando di risolvere situazioni irrisolte. Penso alle opere d’arte italiane che si trovano in Francia, alla parte mancante della Venezia Giulia e all’Istria, alla Corsica e a Malta dove le radici italiane potrebbero essere riscoperte con un avvicinamento culturale e politico nel caso dell’Istria alla nostra penisola. Dunque la Repubblica non è realmente unita nè dal punto di vista identitario nè territoriale: dal confine orientale storpiato ad isole greche.

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