Si parla di un possibile Trattato del Quirinale tra Italia e Francia, che rafforzerebbe la cooperazione tra i due paesi sulla falsariga del Trattato franco-tedesco. Ma sembrerebbe che il vero obiettivo dei francesi sia una sorta di annessione in più settori, da quello finanziario a quello industriale, del comparto italiano. Difatti non dimentichiamoci che la Francia dal ‘500 ci ha sempre visto come una terra di conquista ed ha osteggiato eventuali annessioni di aziende francesi da parte di quelle italiane operando spesso all’opposto. Se già prima dell’unità d’Italia Napoleone III pensava a un regno d’Italia sotto influenza francese, si può capire come la Francia, Stato unitario da secoli e più forte a differenza nostra, volesse conquistare vari settori dell’economia italiana. Dal punto di vista territoriale, in cambio dell’appoggio dato contro l’Austria-Ungheria, Cavour ministro piemontese del Regno di Sardegna cedette la Savoia e la contea di Nizza alla Francia, poi ratificati con un plebiscito al quale Garibaldi si oppose fermamente. Se già nel ‘700 la Francia si impadronì della Corsica a discapito della Repubblica di Genova e successivamente con Napoleone Bonaparte trafugò numerose opere d’arte in Italia alcune delle quali sono ancora rimaste in Francia, si può ben capire come dalla Francia non puoi aspettarti di ricevere nulla, ma invece devi concedere in un gioco di forza. E qui si arriva al punto, com’è successo per il trattato di Caen che prevedeva la cessione di acque territoriali ai cugini d’Oltralpe mai ratificato realmente, così dobbiamo stare attenti sul contenuto del Trattato del Quirinale e stare in guardia su una possibile futura annessione francese dei settori economici e strategici italiani