L’isola ribelle

In questi giorni si sente parlare delle incursioni aeree di caccia cinesi sull’isola di Taiwan. L’isola è l’unica democrazia composta da popolazione cinese che è indipendente dalla Cina comunista e dove il governo nazionalista cinese si rifugiò nel 1949 dopo la vittoria dei comunisti di Mao Tse Tung. Taiwan è un’isola composta da circa 25 milioni di abitanti e tecnologicamente sviluppata con aziende come Acer e Asus conosciute in tutto il mondo oltre che produttrice del 60% dei semiconduttori presenti sui cellulari, nei veicoli e nelle auto. Il motivo per cui la Cina comunista voglia annettersi Taiwan ha una motivazione propagandistica e soprattutto economica. Inglobare Taiwan significherebbe mettere mano su un tesoro economico e finanziario non da poco così com’è accaduto ad Hong Kong. Oltretutto la soluzione “uno Stato due sistemi” non ha funzionato nell’ex colonia britannica di Hong Kong dato che la Cina sta limitando con la forza nel centro finanziario asiatico ogni forma di dissenso. Taiwan ha timore che avvenga entro il 2025 una sua invasione e che possa accadere ciò che succede ad Hong Kong. Gli Usa, ma anche il Giappone e altri Stati stanno tenendo esercitazioni militari e si stanno rinforzando militarmente in ottica anti cinese e cercheranno d’impedire che la Cina possa mettere le mani su Taiwan.

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