In Egitto sta iniziando un processo contro Patrick Zaki accusato di diffondere notizie false dentro e fuori dal paese. Per tale capo d’imputazione rischierebbe fino a 5 anni di carcere e la sua detenzione si prolungherebbe. Patrick ha detto più volte di essere innocente, ma è difficile provare la propria innocenza in un paese dittatoriale come l’Egitto cui il presidente Al Sisi ha affermato che è autoritario imporre i diritti umani nel suo paese. Come ha dimostrato il caso Giulio Regeni, il ricercatore friulano ucciso da agenti egiziani, così altri dissidenti politici vengono arrestati e non vedono mai la libertà. E se da noi vi è sdegno per le politiche egiziane, il presidente francese Macron ha concesso la legione d’onore ad Al Sisi, la massima onorificenza francese e l’Egitto mantiene buoni rapporti con i paesi confinanti come Israele. Andrebbero imposte sanzioni al regime egiziano e Zaki andrebbe rilasciato, ma la comunità internazionale non vuole infastidire il dittatore.