Sono giorni di guerra quelli che si stanno consumando in Israele tra lo Stato ebraico ed Hamas. L’organizzazione terroristica palestinese ha lanciano diversi razzi sulle città israeliane a cui Israele ha risposto con l’aviazione e il lancio di bombe colpendo obiettivi militari ma anche civili. La guerra è iniziata dopo che a Gerusalemme Est erano scoppiati dei tafferugli dovuti allo sfratto di civili palestinesi abitanti su terreno di proprietà ebraica. La controversia sorge sul fatto che negli anni ’50 i palestinesi ritengono di aver ricevuto quelle case, gli ebrei invece sostengono che erano state perdute dagli altri durante l’aggressione giordana del ’48, insomma un caso spinoso. Da qui sono sorti scontri cui è intervenuta la polizia israeliana a cui gli arabi hanno risposto con il lancio di sassi e dopodiché nacque il caos. Turchia, Iran ed Hamas hanno sostenuto la causa araba e quest’ultima ha lanciato attacchi contro Israele che si è difeso. Purtroppo è un conflitto che ha origini antiche in un territorio ove convivevano pacificamente ebrei, arabi e cristiani e dove a Gerusalemme nacquero le tre religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo e islam. Dopo la shoah e la fine della seconda guerra mondiale si ebbe l’intenzione di dare uno Stato agli ebrei, per tanti anni perseguitati e si scelse la terra del mandato britannico della Palestina. Gli arabi che vivevano quelle terre non accettarono la creazione di uno Stato ebraico e da lì sono sorti sempre conflitti che ancora insanguinano quella terra. Ritengo che una soluzione al conflitto potrebbe essere la creazione di una Repubblica parlamentare federale dove Israele e Palestina sarebbero i due Stati federati e che possano convivere pacificamente, ma temo ciò non sarà possibile. Si giungerà, pezzo dopo pezzo, all’annessione unilaterale da parte d’ Israele di tutta la Palestina e bisognerà vedere se riusciranno a convivere ebrei e palestinesi in un unico Stato a guida ebraica.