I crimini fascisti in Libia

In libia l’Italia dopo l’era giolittiana e liberale dal 1911 al 1922 con la marcia su Roma del 1922 di Benito Mussolini sono stati compiuti crimini efferati come deportazioni di massa in campi di concentramento, violenze, stupri. La resistenza contro gli italiani divenne forte motivo di propaganda per il nazionalismo del dittatore Gheddafi il quali trascinò la Libia in una guerra civile. Nel suo tentativo di far convivere la cultura tradizionale e la sua egemonia, Gheddafi definì l’impiccato ingiustamente nel 1931 Al-Mukhtar capo dei ribelli della Cirenaica nel 1931 un martire, mentre Rodolfo Graziani criminale di guerra è diventato presidente onorario dell’MSI cui è stato dedicato addirittura un sacrario.

Ritengo ingiuste le violenze perpetrate dall’esercito italiano sotto il fascismo in Libia e sostengo un risarcimento per i libici esuli e gli italiani scacciati da Gheddafi affinché vengano garantite le loro libertà e i loro diritti per una Libia unita, coesa, ma soprattutto libera.

Oggi assistiamo a interessi contrapposti da parte di Turchia ed Egitto per il controllo dei giacimenti petroliferi che sostengono le fazioni rispettivamente di Fayez-al Serraj ed Haftar oltre che jihadisti e scafisti che controllano il traffico di esseri umani. Auspico un’intesa che possa migliorare l’equilibrio tra le parti rivedendo il trascursus giolittiano o l’opera di un uomo come Minniti

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