In Libia nel 1911 gli inviati delle testate giornalistiche rappresentavano il fior fiore del giornalismo dell’epoca senza accontentarsi di rilavorare i bollettini dello Stato Maggiore. Andavano in prima linea a prendere schizzi ed impressioni della battaglia così come informazioni, salivano a bordo di aerei militari per scattare foto del territorio, intessevano relazioni con chiunque potesse fornire informazioni di prima mano sull’andamento del conflitto: diplomatici, generali, capi religiosi, carovanieri, mercanti faccendieri dunque tutti.
Era un giornalismo pionieristico: artigiani girovaghi con i muli oggi sarebbero (jeep e carri) affardellati d’ingombranti apparecchi fotografici. A un secolo di distanza i loro articoli risultano ancora avvincenti e schietti. I settimanali offrivano cronaca e approfondimenti al tempo stesso rivaleggiando con i quotidiani sulla freschezza delle notizie. In un’epoca in cui le fonti d’informazione scarseggiavano, la gente attendeva l’uscita di quei giornali con impazienza.
E oggi…