Recensione di alcune novelle de “Mille e una notte”

RECENSIONE LIBRO NOVELLE SCELTE DE MILLE E UNA NOTTE

Ecco la mia recensione di alcune novelle scelte dal famoso libro.

1. Il contadino, l’asino e il bue

Nella prima novella l’ambientazione rurale viene dipinta con tre figure simbolo di tale realtà. Difatti, vi è il contadino il quale conosceva solo il linguaggio animalesco, segno di arretratezza culturale e il lavoro che compivano gli animali nel lavoro nei campi.
Mentre poi vi sono il bue che faticava tutta la giornata ed era sfinito e l’asino che riceveva sempre la giusta ricompensa.
Perciò il bue gli chiese il motivo di ciò e l’asino altruisticamente gli consigliò di stare fermo.
Detto fatto a faticare sarà l’asino che se ne pentì per l’immane sforzo a cui il contadino e il servo avevano obbligato.
Poi il padrone ordinò che il bue finisse macellato a causa della svogliatezza, ma l’asino gli consigliò di lavorare.
Il padrone rise a tali fatti giacché la moglie s’inveperì. Ella era cosciente che il contadino in verità sfruttava a proprio piacimento gli animali in modo sadico e che la tradiva con altre donne. Ma da costume islamico l’uomo aveva la completa superiorità sulla donna perciò la bastonò. Dopodiché marito e moglie si ricongiunsero.
Il significato sta nel fatto che nell’uomo è insito l’egoismo, la crudeltà del soddisfare i propri piaceri a discapito dell’altro, in una società povera e pressoché tribale.

2. Sinbad il marinaio

La storia tratta di un facchino povero di Bagdad, Hinbad, il quale si disperava per la sua povertà e le sue fatiche. Un giorno per lavoro s’imbatte nel palazzo del ricchissimo Sinbad il marinaio il quale lo accolse e gli servì un sostanzioso pranzo. Hinbad gli chiese perché lui a differenza sua fosse ricchissimo. Sinbad gli spiegò che dopo il decesso del padre rischiò di finire in miseria, ma riuscì astutamente e con della fortuna a farli fruttare diventando un uomo molto ricco impiegando il denaro in mercanzie invece che in possedimenti. In un viaggio con una nave finì su una balena dormiente e riuscì a scampare a un naufragio approdando e venendo accolto dal re di un’isola cui ricambiò l’ospitalità lautamente. Il resto dell’equipaggio della nave credutolo morto portò sull’isola i suoi beni, ma constatando che Sinbad era ancora vivo, glieli consegnarono ed egli poté sdebitarsi con il re. Terminato il racconto, Sinbad donò del denaro al povero facchino.
Questa novella simboleggia la generosità che viene ricambiata dove per accumulare ricchezza non bastano solo l’astuzia e la malizia, ma anche tanta fortuna. L’elargizione viene spiegata nel tentativo di diffondere un’immagine positiva di sè da parte dello sfarzoso Sinbad il quale poteva godere di una reputazione intoccabile e degna di ammirazione.

3. L’Uccello ‘Roc’ e i serpenti 

Il racconto tratta un’altra avventura di Sinbad il quale si trovò abbandonato dai suoi compagni di viaggio in un’isola disabitata. Egli dovette combattere con la natura, piena di serpenti e dominata da aquile giganti tra cui l’uccello ‘Roc’.
I cercatori di diamanti ,data la notevole quantità di essi nell’isola, gettano la carne dalle montagne insulari affinché venga catturata dagli uccelli per sfamare la loro progenie. Dopodiché fanno fuggire gli aquilotti ricavandone pietre preziose da smerciare ed aumentare i profitti. Quindi, Sinbad s’impadronì fortuitamente di alcuni di questi diamanti e offrendoli ai cercatori si diresse dall’entroterra verso il mare e salpò verso nuove terre.
Dunque, il racconto simboleggia l’egoismo umano dove tutto viene realizzato per interesse, viviamo in una società dove l’uno aiuta l’altro solo in virtù di un bene quale ad esempio la ricchezza. L’uomo è convinto che con essa possa vivere in un mondo paradisiaco, dove tutto è permesso: difatti è stata costruita una società basata sul possesso di un bene come qualcosa che permette di accedere e fruire di altri beni e servizi.
Perciò i valori interiori dell’animo umano propinato dai classicisti viene travolto dai meri beni materiali i quali costituiscono l’odierna società.

4. Il palazzo dei ciclopi

La storia tratta l’abbandono di Sinbad e i suoi compagni nella terra dei ciclopi.
Essi se la videro con uno spietato e famelico ciclope il quale ne divorò la maggior parte. Alla fine Sinbad e i pochi rimasti riusciranno a tendere un colpo all’occhio del ciclope con il quale riusciranno a fuggire.
Giunti al porto ritrovarono il capitano con le mercanzie che li aveva abbandonati allo scopo di trarre profitto dalle merci.
Il racconto simboleggia dunque la cupidigia e l’ingordigia umana dove l’uomo non trova alleati se non sè stesso e la propria forza di volontà. Viviamo in una società dove inevitabilmente l’uno cerca di soppraffare l’altro e dobbiamo con le nostre forze uscire dal tunnel dell’autodistruzione umana.
Da notare che Sinbad utilizza, come è solito fare, queste storie per raggiungere il consenso unanime e costruirsi un’immagine di uomo generoso e affabile. Egli con le sue enormi ricchezze rappresenta simbolicamente il sovrano luminare il quale gonfio di denaro e potere si costruisce un’identità benevola e garantista.

5. La porta misteriosa

Il racconto tratta la breve vicenda di Giafar, un giovane caduto in miseria che un anziano assunse per badare a lui ed altri vecchi. Essi piangevano ininterrottamente e morirono, ma l’ultimo ricordò Giafar di non aprire una porta. Ma egli, attratto dalla curiosità l’aprì: giunse su un fiume e in mondo pieno di desideri, accompagnato da splendide fanciulle e convolato a nozze con una bella. Regnò su numerose terre ed ebbe enormi ricchezze ma non doveva aprire un’altra porta. Resistette per sette anni ma alla fine cedette e fu riportato all’inizio, dove aveva assistito i vecchi, e cominciò a piangere per sempre.
Il significato di questa storia sta nell’illusione in un mondo che non appartiene a tutti dove essere amati da splendide fanciulle ed essere pieni di ricchezze è il desiderio di tutti i giovani, ma la realtà spezza l’incantesimo e rendendosi conto che non tutto può essere realizzato, allora affiora la delusione di un mondo che non è come quello aspirato.

6. Dalila la furba

In questa novella vengono raccontate le peripezie di Dalila, un’abile imbrogliona, che riesce a fare soldi e a sfuggire alla giustizia con l’inganno.
È una metafora della donna seduttrice la quale incanta gli uomini traendone profitto, è un esempio di come l’astuzia e l’inganno nella nostra società indubbiamente aiutano a raggiungere nuove mete e ad ottenere parte di ciò che noi vorremmo. 

7. Il pescatore e l’uomo del mare

Vi era un pescatore, Abdallah, con una famiglia numerosa che s’affidava ad Allah per il suo lavoro. Con la rete si recava a pescare cogliendo pesci, ma un giorno cominciò a non trovare nulla.
Così s’indebitò con un fornaio il quale gli diede il pane con dei soldi da restituirgli non avendo lui abbastanza denaro per mantenere la sua famiglia.
Passarono i giorni e il debito si fece sempre più elevato tant’è che Abdallah si preoccupava del conto da saldare mentre la moglie gli diceva di confidare in Allah.
Un giorno recatosi a pescare vide un uomo figlio del mare con cui fecero un patto. A lui i beni terrestri, ad Abdallah gemme e diamanti con cui rinsaldare il debito con il fornaio. Quest ultimo accettò l’elargizione di pietre preziose, il cui valore ammontava a ben più del debito e si sdebitarono offrendosi servigi. Dunque alla fine Abdallah diventa possessore di pietre preziose e dunque ricco.
La novella simboleggia la benevolenza insita nella solidarietà umana con la quale facendo del bene se ne riceve altrettanto, ma purtroppo viviamo in una società egoista dove difficilmente il bene che facciamo viene ricambiato.

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