Lei nacque il giorno prima di S.Lucia, era una giovane dal sorriso spensierato e dalle innumerevoli doti artistiche. Aperta, gioviale e profondamente umana verso il prossimo. Trascorse l’infanzia agiata a Bologna dove studiò in una scuola anglofona come il fratello e si trasferì assieme ai genitori a Modena per via sia dei tumulti in quegli anni, sia per il lavoro del padre. Lucia scoprì presto l’arte: fin da 3 anni sapeva disegnare e migliorò sotto la guida di sua mamma pittrice autodidatta dal grande talento. Inoltre anche suo zio Adolfo dipingeva ma aveva uno stile differente da sua mamma. Dunque, Lucia coltivò la vocazione artistica frequentando l’istituto d’arte Venturi a Modena dove si specializzò nell’arte scultorea del legno. Ma sapeva anche scolpire marmo e dipingere. Si circondò di amiche e amici trovando in età adolescenziale l’amore. A un suo fidanzato scrisse delle lettere durante un viaggio in Svizzera e iniziò a comporre poesie soprattutto sentimentali. Amava ascoltare i Beatles, canticchiava con una bella voce e sonicchiava qualche strumento musicale.
Lucia aveva oltre alla passione dell’arte, ciò la portò a fare lezioni di disegno post diploma e ad iscriversi all’accademia delle belle arti di Bologna, anche un amore per gli arredamenti domestici e l’architettura. A proposito dei suoi sentimenti, analizzo alcune sue poesie dove traspare una tristezza e una sofferenza di fondo da portarla alla morte, sola, in auto e contro un palo della luce in un funesto giorno di aprile del 1970.
Scrisse difatti:
Vorrei morire
Vorrei morire
in una primavera
Improvvisa, dolcissima,
soave,
come questa che ora
sto vivendo,
in questo vento tiepido
e leggero
in questa luce calma
ed azzurrina,
in questo cielo chiaro
e senza nubi,
in quest’odore terso
di mattino
rinascere alla vita
e poi per sempre
vivere in essa,
esterna primavera,
smarrita in questa luce
e in questo cielo
Ma perché questo desiderio nefasto?
Ci pervengono altre poesie:
"Ti sfuggo perché sento
che ora sapresti amarmi
e forse un giorno anch'io
Sarebbe dolce, molto,
impossibile amore,
ma triste senza fine”
"Lo sciacquio, lento ed eterno,
giunge al mio orecchio
è come un eterno lamento,
è come un’eterna canzone d’amore
dettata da un cuore infelice.
Forse sono le mie parole,
le parole che questa sera
non posso dirti
tu sei lontano, ma ti sento vicino,
perché anche tu, in questo momento,
stai guardando il mare e,
nel mare, le nostre
anime si incontrano ancora”
Alla base vi è una relazione amorosa burrascosa, sofferta e non pienamente corrisposta
Difatti lo conferma:
"Intorno tutto è silenzio
e pace, e tranquillità.
Poi d’un tratto vedo il tuo viso,
i tuoi occhi, le tue mani.
Perché vuoi tu ancora tormentarmi?
Lo sai che ormai non sono più tua
Come fare per farti capire
Che, tutto l’amore che
Mi hai donato in questi anni,
non è stato altro che
una spina nel cuore?”
Ma non solo questo: ella era sensibile e vedeva negli infanti e nei malati le tristezze del mondo, la vita avrebbe arrecato sofferenza inevitabilmente a quelle creature perché il pianeta è empio di cattiveria.
Perché piangi?
Come due gocce di rugiada
Sul petalo d’un fiore,
due piccole lagrime
rigano il tuo bianco volto.
Sgorgano dai tuoi occhi
Come una fresca sorgente
Di montagna
Perché piangi?
Non son lagrime di felicità,
lo vedo bene,
son lagrime di tristezza
che oscurano il tuo viso:
esterno sfogo del
tuo grande dolore
Riuscì comunque a trovare sfogo e conforto al suo dolore interiore grazie a una sua amica
A Milena
Chi sei tu
Che ho incontrato
Sul mio cammino?
Un’anima buona
Giunta al momento
Propizio per consolare
Il mio cuore afflitto.
Sei come un angelo
Che converte
L’anima alla fede e
alla speranza,
come una sorgente fresca
per la gola secca,
come il riposo per le
membra stanche.
Avessi potuto
Conoscerti prima
E accorgermi di te,
invece ti sfuggivo
e ti trattavo con indifferenza.
Ma ora, ora finalmente
Ho capito e ti chiedo
Perdono.
Riuscirò, forse un giorno
A ricambiare tutto il
Bene che mi fai?
Finalmente ho trovato
In una marea di
Gente ostile e crudele,
una persona che
possa capirmi e che
m’aiuta
in momenti di sconforto.
Grazie.. te lo dico col cuore: grazie!
Ma non bastò: la morte del padre per via di un cancro nel 1970 certamente la destabilizzò e anche se avrebbe dovuto sostituire il padre nella direzione dell’azienda di famiglia non rinunciò all’iscrizione all’accademia delle belle arti di Bologna. Ma la mattina del 14 aprile partì e non tornò più a casa, schiantandosi con l’auto contro un palo della luce a causa ufficialmente di un malore anche se non venne mai fatta l’autopsia.
Riposa in pace dolce angelo!