Chi è il dentista rock? Un uomo ora decaduto, lontano dalla famiglia ma vittima di un malessere che ha riguardato per lunghi anni tutti noi: io, mamma e Maya, il mio fedele cane.
Egli, da agiate origini aveva avuto una felice infanzia nel bolognese, con vari viaggi, aveva avuto un’importante istruzione anglofona e negli anni in cui Bologna sentiva la rabbia rossa scelse con la famiglia di trasferirsi a Modena. Sentiva Modena più adatta a lui e si confermò tra i migliori studenti della città. Purtroppo l’agiatezza crollò nel 1970: in pochi mesi perirono il padre dopo una lunga malattia e la sorella improvvisamente. Ciò scioccò tutti: da Modena a Milano, a Bologna, al mantovano così come in diverse parti d’Italia, d’Europa, del mondo vista la fitta rete di legami affettivi e non.
Una tragedia in un anno funesto.
Il futuro dentista rock liceale tentò di superare il dolore, lo strazio e la fine dell’impresa familiare. Spezzato un futuro.
Egli cercò di evadere dalla tristezza e così si coltivò una dote incredibile: la chitarra accompagnata da una vasta cultura musicale portandolo per breve tempo a conoscere realtà affermate a livello nazionale e ora internazionale. Si diede allo sport ottenendo riconoscimenti con il nuoto e si dilettava a disegnare automobili in maniera sublime.
Uscito dal liceo, si aprì la strada dell’università ma le risorse accumulate dal padre erano ridotte all’osso. Si tentò una mossa azzardata che finì in un incubo, capri espiatori, angosce e depressioni riempirono la sua mente. Riusciva con l’apparenza a dar di sè un’immagine ancora agiata negli anni ’80, ma la scure si abbatteva sulla sua testa come un cappio al collo. In ogni caso terminò gli studi e si laureò in medicina brillantemente e con una tesi di laurea lungimirante. Aprì una sua attività a Formigine, dentista come lo zio che gli aveva fatto in precedenza da guida, e lì non ebbe rivali tant’è che chi aveva di fronte dovette chiudere l’attività. Recuperò ciò che aveva perso ma ansia, angoscia e depressione rimanevano comunque e lo tormentarono assieme all’ambiente di lavoro che si faceva sempre più opprimente ed esoso. Si sfogava con il fumo e i viaggi. Negli anni duemila io, mio padre e mia madre andavamo spesso in giro per l’Italia e l’Europa. Egli, forse, vedendo le mie passioni differenti dalle sue, più inclini a quelle di mia mamma, diventò geloso e possessivo dei suoi beni tarpandomi le ali e la mamma lasciò correre per il bene della famiglia nonostante alcuni screzi in mio favore. Quando scoprii la passione della musica cercò di incoraggiarmi ma brevemente e in modo sbagliato. Non gli interessava avere amici mentre io all’epoca ne avevo tanti. Proseguì il lavoro con dedizione ma senza piacere con il solo scopo economico. La chitarra l’aveva appesa al chiodo mentre io diventavo sempre più brutto e persi la passione della musica e della letteratura, fui vittima di bullismo alle superiori soprattutto e da uno stronzo alle medie, un infame.
Stremato dalle oppressioni all’interno del suo ufficio dove il soldo era la richiesta, dal malessere interiore del figlio, alla fine nel 2011 un ictus lo devastò. Fu una tragedia a cui abbiamo rimediato con lacrime e sangue, da figlio trovai a fatica la rinascita grazie alla famiglia, con la scrittura e la poesia e mi diplomai.
L’ex dentista rock passò le chiavi della sua discografia nelle mani del figlio ed io attinsi con un lungo percorso di apprendimento della chitarra finché venne abbandonato in favore del pianoforte, più adatto a me.
Nessuno se non pochi fecero visita al dottore. Nemmeno coloro con cui per un breve periodo aveva ripreso a suonare la chitarra.
Nonostante le poesie, il mio malessere per sbagliate amicizie e un brutto ambiente universitario mi travolsero e così fummo tutti sul punto di finire la vita. Mio padre invalido, mia madre sofferente e io disorientato. Nel 2015.
Ripresi dalla fine del 2016 con forza assieme alla mia mamma e le sue amiche la mia vita costruendomi una mia identità che era stata devastata.