L’esempio cinese

Ora, in piena pandemia, assistiamo a misure restrittive della nostra libertà personale al fine di arginare il contagio. Così come è successo in Cina, dove si è originato e pare sia scemato il virus. Ma a che cosa portano queste misure adottate? A ben pensarci, non possiamo uscire se non per giustificato motivo altrimenti veniamo sanzionati comportando una fedina penale sporca, se a contatto con qualcuno positivo dobbiamo stare in completo isolamento ed inoltre i droni possono tracciare i nostri spostamenti. Le nostre libertà e la nostra privacy vengono definitivamente soppresse. Ma l’esempio è la Cina. Dunque, fin dalla presa del potere nel 1949 di Mao Zedong è stata attuata una politica di collettivizzazione forzata del lavoro e sono stati repressi i diritti fondamentali ove i prigionieri politici vengono ancora rieducati nei Laogai, i campi di prigionia cinesi sulla falsariga dei Gulag sovietici. Ma anche le minoranze come gli Ulguri e i Tibetani vengono sfruttate al fine di rendere grande una nazione diventata prospera e potente dopo essersi allontanata da un’economia comunista abbracciando quella capitalista. In verità pare che i diritti non vi siano, essa sia una dittatura. Noi abbiamo avuto il fascismo, dove Mussolini dopo la bonifica dell’Agro Pontino mandò a lavorare i contadini nei terreni bonificati senza praticamente nulla in cambio, solo per la patria. Ciò vale per la Cina, i funzionari del partito controllano l’operato dei contadini forzatamente costretti a lavorare quelle terre. Detto ciò, penso che scemato il contagio bisogna distinguere le misure prese da un governo autoritario da ciò che presuppone una democrazia posto che l’esempio cinese possa servirci da monito per la nostra generazione per farci comprendere anche a noi giovani cosa voglia dire vivere in un periodo di terrore.

2 pensieri su “L’esempio cinese”

  1. Io spero di non sbagliare se penso che il nostro governo non sia in grado di sostenere un regime ‘tipo’ Cina…
    Mi piacerebbe che questa dura esperienza riuscisse a far capire agli italiani… e sopratutto ai giovani che hanno il futuro davanti… che abbiamo vissuto finora sulle spalle di un mondo che è ormai allo sfinimento…
    Se penso che ci voleva una calamità come quella che stiamo vivendo per far calare l’inquinamento.. come cittadina del mondo mi vergogno profondamente..anche se non so neppure se sarò capace di cambiare..
    Voi ci riuscirete??

  2. Ciao! Giusta considerazione! Posto che le epidemie nel corso della storia sono sempre esistite, abbiamo assistito a uno sconcerto collettivo riguardo alla sanità di paesi industrializzati come quelli europei impreparati a far fronte a tale emergenza.
    L’umanità si è sempre concentrata di più sugli interessi economici e di potere che sulla salute scegliendo la vita di pochi e la fine di molti. Le numerose guerre susseguite nel corso della storia lo hanno dimostrato, sono sempre coloro che hanno il denaro , dai grossi imprenditori di multinazionali ai banchieri fino ai capi di Stato a decidere le sorti del globo. Ora che però anche loro hanno provato sulla propria pelle il significato di una pandemia le cose cambieranno. La salute e la cura di noi stessi saranno imprendiscindibili, i no vax spariranno e la ricerca scientifica e medica verrà sostenuta economicamente con vigore più di quanto sia mai stato fatto prima. Sono stati colpiti i poteri forti, dunque occorre reagire. Le industrie farmaceutiche ora avranno sempre più ricavi dopo questo shock collettivo. È stato confermato che la scienza vince sulle assurde mire di denaro e potere paventando i deboli.
    La religione, fulcro dell’umanità per secoli e origine di tante battaglie, ha perso in buona parte la sua battaglia. Se sotto di essa si celavano altri interessi economici e geopolitici, ora deve lasciar spazio alla scienza la quale a sua volta nasconderà i medesimi interessi.
    L’uomo non cancellerà mai i suoi desideri di denaro e potere fino a quando non vi sarà una completa armonizzazione di idee e intenti volti a migliorare un mondo globalizzato e non una singola nazione.

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