Ora che il contagio si è propagato in tutta Europa ci si chiede se ha più potere un virus o un’arma di distruzione di massa. Sebbene l’arma sia nell’immediato più letale, certamente, l’uomo ne è cosciente dei rischi che corre e perciò viene usata solo come deterrente allo scopo di intimorire il nemico. Ma quale nemico? Ormai siamo in un mondo globalizzato, siamo tutti esseri umani che ci siamo creati degli avversari immaginari, altre copie di noi stessi, altra pelle, razza o con diverse usanze che vengono annientati per saziare la sete di denaro e potere.
Il virus invece è antichissimo, è sempre stato sul nostro pianeta e noi, con le nostre incoscienti manovre di depredazione e abbattimento, ne abbiamo ancora una volta favorito la rinascita, l’abbiamo rinvigorito.
Noi mossi dai soliti moventi, abbiamo creato una società che ha scarsamente considerato aspetti fondamentali del vivere civile per favorire il denaro e il potere, noi ci siamo lasciati abbindolare dai peccati capitali e siamo ora inermi di fronte a quest’epidemia contro la quale chiediamo aiuto. Noi che ancora sfruttiamo il continente nero e altri paesi in Indocina o nelle Americhe dove donne e minori sono ancora ‘cose’. Noi che senza scrupoli lasciamo migliaia di persone morire di Ebola.
Ora questo virus ci ha reso vulnerabili e solo con la solidarietà, la coesione e l’unione tra i popoli europei e di altri continenti possiamo uscirne.
Dobbiamo mettere da parte i campanilismi, ad esempio la Francia imperterrita nel suo mai celato nazionalismo continua a sentirsi superiore e a perseguire i suoi interessi a discapito di altri e ciò non la rende diversa in politica estera da paesi più autoritari.
Dobbiamo renderci conto che l’imperialismo porta solo ad odio, rancore, vendetta e violenza.
Mettiamo da parte ciò e uniti raggiungeremo grandi traguardi.